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Le origini della Pomelia: un viaggio dai Caraibi a Palermo

C’è un aspetto della città di Palermo che stupisce sempre i suoi visitatori: si tratta della straordinaria diffusione della plumeria, pianta dalle origini tropicali presente veramente dappertutto, dai balconi dei quartieri più popolari alle terrazze delle zone più esclusive, in un numero che supera di gran lunga quello di piante popolari come gerani e gelsomini, facendone uno dei simboli ufficiali della città.

Ma come e quando è arrivata la "Pomelia"? Ecco la sua storia e le sue origini attraverso le parole tratte dal libro Pomelia felicissima!

Pomelia fiori gialli simbolo Palermo


Dai Caraibi a Palermo

Oggi è possibile osservare piante di plumerie pressoché in tutte le aree a clima caldo del pianeta, ovunque cioè ci siano condizioni climatiche idonee al loro sviluppo. Presenze particolarmente significative si hanno nell’America centro-meridionale, in stati degli USA come la Florida e la California, nella fascia tropicale del continente asiatico, in Australia, in ampie zone dell’Africa e in alcune località dell’Europa meridionale, in primo luogo la città di Palermo.


Diffusione storica pomelia nel mondo


Se la ragione prima di questo fenomeno sta nella particolare attrattiva esercitata dalla plumeria, sicuramente vi hanno contribuito alcune sue peculiarità come la particolare facilità di coltivazione, la adattabilità agli ambienti più diversi, e la straordinaria capacità di sopravvivenza delle talee, in grado di rimanere vitali per molti mesi e, in casi eccezionali, persino per anni.

Ramo pomelia senza fiori


Sino a tutto il Cinquecento le specie del genere Plumeria erano rimaste confinate alla zona di origine naturale, cioè il Centroamerica e l’area caraibica; come attesta un manoscritto maya, erano ben note alle popolazioni locali, che in alcuni casi le avevano fatte oggetto persino di misure di protezione.

Pare che siano stati gli spagnoli a portarle, attorno alla metà del XVI secolo, in Asia; qui, nel corso di tre secoli, si diffusero in modo capillare in tutto il sud-est del continente, dall’India alle Filippine alle isole dell’Indonesia.

In quest’area le plumerie trovarono ambienti estremamente favorevoli e il contatto con climi e terreni inconsueti produsse varietà e forme nuove.

Pomelia orto botanico Palermo


Si inserirono talmente bene nel nuovo contesto che molte culture asiatiche le integrarono nel loro patrimonio di conoscenze tradizionali del mondo naturale.

In India e in Thailandia, ma non solo, fiorirono credenze mitiche e addirittura il Laos adottò la plumeria come uno dei suoi due simboli nazionali. Paradossalmente nella seconda metà dell’Ottocento, che è il secolo durante il quale europei e americani si accorgono delle plumerie e cominciano ad importarle in orti botanici e giardini privati, il centro di diffusione internazionale non è l’area caraibica, ma il Sud-est asiatico.

È da lì, probabilmente da Sumatra, che Palermo riceve la sua bella “pomelia” a grandi fiori bianchi col cuore giallo, tra la fine del Settecento e i primi anni dell’Ottocento.

Fiori pomelia palermo giallo e bianco


Il nome Pomelia

Il nome italiano e ufficiale della pianta è plumeria, derivato da quello del botanico Charles Plumier (1646-1706), pioniere degli studi sulla flora tropicale del Nuovo Mondo per conto del re di Francia.

Meno frequente è ormai la denominazione frangipani, dal nome del conte Muzio Frangipane, inventore di un profumo composto d’ambra e zibetto, di moda in Francia al tempo di Caterina de’ Medici.

Ma i palermitani – soltanto loro – la chiamano pomelia, e già il fatto di averle dato un loro nome è l’indizio certo di un rapporto privilegiato tra la città e la pianta, un rapporto profondo, quasi d’amore e certamente di appropriazione. Attraverso il nome, l’esotica plumeria è stata assimilata dalla città, resa familiare, palermitanizzata.

Probabile che la parola palermitana sia imparentata – magari per il tramite di un emigrato siciliano negli Stati Uniti – col termine hawaiano per indicare la pianta: paw melia.

Piante pomelia palermo balcone


I palermitani non sono stati né i primi né gli unici a dare alle plumerie un nome che esprimesse la particolare considerazione in cui tenevano questa pianta che, nei secoli, ha avuto il potere di ammaliare i popoli con cui è venuta a contatto, con una straordinaria capacità di generare miti e credenze, diverse presso ogni cultura.

Gli Aztechi, che vivevano nelle terre di provenienza della plumeria, la chiamavano tlâlcacalôxôchit e la veneravano come una pianta sacra, colpiti dalle sue qualità terapeutiche per contrastare le debolezze di cuore e cicatrizzare le ferite.

Le popolazioni dell’India e dell’Asia sud-orientale furono particolarmente colpite dalla capacità di un ramo tagliato di fiorire a distanza di molti mesi dal distacco. Per questa ragione videro nella pianta un simbolo della vita eterna; fu chiamata albero del tempio e piantata in prossimità di edifici sacri e cimiteri.

Alle isole Hawaii i fiori di plumeria, utilizzati per le celebri collane floreali, sono divenuti il simbolo della fratellanza e dell’ospitalità.


pomelia ghirlande hawaii


A Palermo il suo significato culturale ha una natura più riservata e discreta. La pomelia, tradizionalmente una sola in ogni casa, si trasferisce di norma per via femminile: la sposa che va a vivere in una nuova casa la riceve dalla madre. È quindi un auspicio di fertilità formulato attraverso l’analogia con lo straordinario esempio di forza vegetativa della pianta.

Uno dei protagonisti della belle époque palermitana, Vincenzo Florio, ebbe per la “pomelia” una autentica predilezione; nel parco della casa dell’Olivuzza ne volle un boschetto, anticipazione di un moderno plumerietum, e all’ingresso della “Tonnara Florio” ne piantò un esemplare tuttora vivente considerato dai suoi discendenti nume tutelare della casa. Fu lui a diffondere la pianta tra gli abitanti dell’Arenella, la borgata marinara la cui strada principale in estate può vantare le più spettacolari plumerie in fiore della città.

Pomelia in fiore arenella palermo


Trovate tante altre curiosità sulla storia, la botanica e la coltivazione della pomelia nel nostro libro Pomelia felicissima.


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