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Il 31 ottobre da Parentesi letteraria: cosa festeggeremo?

Venerdì 13 ottobre 2023


Come abbiamo detto più volte, stiamo lavorando tantissimo per portarvi le prossime uscite in tempo per i vostri regali di Natale.

Questo però non significa certo che non organizzeremo degli eventi nelle prossime settimane.

Nello specifico, per il 31 ottobre abbiamo preparato una festa super carina da Parentesi letteraria.

Ma quale sarà il tema? Celebreremo la tradizione pagana di Halloween?

Per rispondere correttamente a questa domanda è necessario fare un piccolo passo indietro.


Da anni spopola il dibattito in Italia: è giusto festeggiare Halloween se la nostra cultura prevede la giornata di Ognissanti l'1 novembre e la commemorazione dei defunti il giorno successivo?

Questa controversia presuppone innanzitutto l'idea che sia sbagliato accogliere e integrare culture diverse dalla nostra ma, soprattutto, nasce dalla paura dell'impatto che un rito "non-cristiano" possa avere sulle nuove generazioni, allontanandole dalla religione cattolica oggetto di studio a scuola e avvicinandole a riti satanistici e demoniaci.

Ma è davvero così? Qual è l'origine di Halloween e come è percepito nel 2023?


La parola Halloween è la forma scozzese di All Hallows’ Eve, che in italiano significa vigilia di Ognissanti, un'espressione già in uso alla fine del Settecento. L'origine della festa sarebbe da attribuire agli antichi celti, che tra il 31 ottobre e il 1° novembre celebravano la notte di Samhain, una sorta di Capodanno posto in corrispondenza dell’ultimo raccolto in cui si celebrava la fine della stagione calda e l’inizio di un nuovo ciclo agricolo.

Si pensava che in questa circostanza Samhain, principe delle tenebre, chiamasse a sé tutti gli spiriti dei morti, permettendo loro di unirsi al mondo dei vivi.

Al termine delle celebrazioni, durante le quali si accendevano grandi fuochi e si compivano sacrifici per ringraziare gli dei, si tornava nelle proprie abitazioni indossando maschere grottesche e vestendosi delle pelli degli animali morti, utilizzando per farsi luce delle lanterne fatte con degli ortaggi intagliati, come rape e cipolle.


Con l'avvento del Cristianesimo furono introdotte la festa di Ognissanti e la giornata di Commemorazione dei defunti, ma gli irlandesi mantennero comunque la tradizione originaria, rinominandola con l'appellativo che conosciamo oggi.

Così, quando furono costretti a emigrare in America a metà del diciannovesimo secolo a causa di una grave carestia, gli irlandesi esportarono le proprie usanze, sostituendo le rape con le zucche, abbondanti nel Nuovo Mondo.

Oggi Halloween ha decisamente perso i connotati folcloristici originari per diventare una sorta di carnevale dai toni leggermente macabri, molto amato soprattutto dai bambini.

Una festa iper consumistica certo – e in questo per nulla diversa dal Natale – che come tanti eventi rafforza però il senso della comunità.

Soprattutto, una festa che nell'era della globalizzazione, continuamente proposta da film e serie tv, è impensabile ignorare e che dalla generazione dei millennial in poi è vista con sempre maggiore simpatia.


Da un lato l'esempio degli irlandesi dimostra come l'integrazione di nuove tradizioni non presupponga la fine delle vecchie,  dall'altro l'esperienza messicana del Día de los muertos, altra ricorrenza di questo periodo, ci mostra gli splendidi risultati del sincretismo religioso tra culture diverse, quella degli Aztechi e dei Toltechi, per i quali la morte era una fase naturale del cerchio della vita e i defunti, considerati parte della comunità, potevano tornare sulla terra in questo giorno speciale, e quella cattolica introdotta in America Latina dai Conquistadores Spagnoli.

Per questo motivo questa tradizione non associa ai morti un’idea di tristezza, anzi li festeggia in grande stile, con danze, manifestazioni e costumi variopinti cercando di favorire il loro ritorno sulla terra attraverso la scia di profumo dei Cempasùchil, i tipici fiori dai petali gialli e arancioni.


Insomma, ci abbiamo messo un po', ma eccoci arrivati al dunque.

Siamo dell'idea che travestirsi la sera del 31 non impedisca di aderire a tutte quelle usanze che fanno parte della tradizione italiana e siciliana in particolare: si può comunque gustare la nostra frutta di Martorana, i biscotti tetù e teio, andare a fare visita ai propri cari scomparsi al cimitero, seguire messe in loro ricordo, portare avanti la tradizione dei regali donati dai defunti ai bambini la mattina del due di novembre.

Allo stesso modo, giocare al macabro non impedisce di celebrare il legame coi morti come nella tradizione messicana, creando un vero e proprio ponte oltre le vita e rompendo quel tabù che spesso al giorno d'oggi si ha con i più piccoli.

E poi, noi vogliamo essere coerenti con quella forma di accoglienza verso le altre culture che ha sempre caratterizzato la nostra isola integrando tutte e tre le tradizioni in un'unica serata, da passare tutti insieme.

Ma cosa faremo?


Ci travestiremo ognuno secondo le proprie preferenze, proveremo dei cocktail fatti apposta per l'occasione e assaggeremo i dolcetti che prenderemo in prestito da irlandesi, messicani e siciliani.

E poi ci sarà l'aperitivo, fatto di salumi, formaggi e pane cunzato, la musica dal vivo dei Donne 'n' Bass, un trio divertente e giocoso che ci suonerà i pezzi più in voga della musica italiana con uno stile molto particolare e naturalmente ci saremo tutti noi di Kalós.


Cosa fare per partecipare?

Prenotate il proprio aperitivo chiamando o mandando un messaggio Whatsapp allo 0918875146.

Vi daremo prossime info nei prossimi giorni, seguiteci nelle stories di Instagram.

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