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Abstract degli articoli di "Kalós, l’accento sul bello" n° 1-2023

Di seguito gli abstract, in italiano e inglese, e le informazioni sugli autori degli articoli della rivista Kalós n°1-2023.


Il "caso Cufter". Carlo Coretti, l'uomo che visse due volte

di Danilo Maniscalco

Da luglio 2020, Carlo Coretti (di Trieste) è la nuova icona dei social media italiani, come un fantasma che è tornato dal passato. Una ricognizione del suo archivio privato è un regalo meraviglioso per i nostri giorni. Coretti è tornato con le sue bellissime 6700 foto inedite della recente storia italiana. L'articolo, nel ripercorrere alcune delle

tappe fondamentali di Coretti, riflette sullo stato dell'arte in merito ad alcune recenti scoperte di tre ricercatori romani: Rina Ciampolillo, Tiziana Gagliardini e Stefano Corso, creatori anche dell'iconico marchio “Who is Cufter?”. Protagonista anche Palermo e la Sicilia oltre ale foto di Coretti presenti.


From july 2020, Carlo Coretti (from Trieste) is the new icon of the italian social media, like a ghost who came back from the past. A survey of his private archive is a wanderful gift for our days. Coretti is back with his great beauty by 6700 photos unedited of the recent italian history. The article, in retracing some of the fundamental Coretti’s stages, reflects on the art’s state concerning some of his recent discoveries by three romans researchers: Rina Ciampolillo, Tiziana Gagliardini and Stefano Corso, also creators of the iconic brand “Who is Cufter?”. Palermo and the Sicily are also the protagonist of more that Coretti’s photos in this article.


Keywords

Cufter, Carlo Coretti, grande bellezza, Belle èpoque, Storia d’Italia, Sicily, Novecento, Icon, Visual culture.


Danilo Maniscalco, laureato in Architettura (2007) e in Storia dell’arte (2021), è co-curatore dell’Archivio Cardella di Palermo, curatore scientifico della collezione d’arte e dell’archivio della Casa-museo Raffaello Piraino di Palermo. Studioso del liberty siciliano e della produzione architettonica e artistica di Ernesto Basile. Ha partecipato in qualità di tutor al workshop internazionale per la scrittura delle linee guida per la realizzazione del Museo del Liberty nell’area di Villa Lanza-Deliella (2019), e come relatore in diversi convegni e seminari. Ha scritto di arte, cultura e tecnica per «Kalós, l’accento sul bello, «PER – Salvare Palermo» e «Il Giornale di Sicilia». Ha pubblicato: Lessico Floreale. Effetto Basile (2020), Ernesto Basile. Atlante delle opere Palermitane (1878-1932) (2022), Ernesto Basile artista-umanista (2022).


Design e artigianato in Sicilia

di Elia Maniscalco

Il tema delle relazioni possibili tra artigianato e design ha costituito per lungo tempo il centro di un discorso più ampio sulla definizione di design in senso stretto: la questione oggi si rinforza per la necessità di scoprire paradigmi sostenibili per la definizione di progetti situati. La tradizione della scuola palermitana di design e l’eredità di Anna Maria Fundarò, che per prima intuì la necessità di una ripartenza dalla vocazionalità progettuale dei luoghi, vivono oggi in progetti caratterizzati da grande sostenibilità culturale: nel dialogo con l’artigianato locale, si rinnova un modus operandi che va alla ricerca di quelle soluzioni già efficaci a livello di comunità che valorizzano l’identità culturale riscoprendo le forme del saper fare.


Parole chiave: Design, Artigianato, Identità Locale, Anna Maria Fundarò, Sostenibilità


For decades, the theme of the possible relationships between Craft and Design has been the leitmotiv of a broader discussion on the definition of design per se: today, the issue is reinforced by the need to discover sustainable paradigms for the definition of located projects. The tradition of the Palermitan school of design and the legacy of Anna Maria Fundarò, who was the first to realised the need for a local approach to design, are still alive and evident in projects characterised by great cultural sustainability: from the dialogue with local crafts, this new approach to design goes in search of those solutions, already effective at the community level, that enhance the cultural identity and the protection of the local artisanal know-how.


Keywords: Design, Artcraft, Local identity, Anna Maria Fundarò, Sustainibility


Elia Maniscalco, designer e PhD student, dal 2014 si occupa di design digitale e didattica del design, portando avanti la libera professione e attività di ricerca sulle nuove pratiche del design. All’attività di dottorato, affianca un progetto di divulgazione delle competenze del design rivolto a comunità sottorappresentate nell’industria digitale.

Deserti di Sicilia

di Marina Mongiovì

La Sicilia come un continente. Nello spazio di pochi chilometri si alternano paesaggi eterogenei e dai confini sottili. Capita così che dalla rigogliosa valle del Simeto si possa passare a un deserto. Sono i Calanchi del Cannizzola, tra i monti Erei e l’Etna. Depositi alluvionali che hanno generato colline di argilla, segnate da lunghi e profondi solchi che l’acqua ha sapientemente scolpito. Un luogo silenzioso e suggestivo che è stato spesso abbandonato; teatro di battaglie ambientaliste; set naturale per registi e artisti. Oggi il piccolo deserto di Sicilia vede una stagione di rinascita grazie all’impegno e all’amore di uomini e donne che hanno come obiettivo comune la conservazione e la tutela della loro terra. 


Parole chiave: Cannizzola, Calanchi, Deserto, Natura, Tutela


Sicily as a continent. In the space of few kilometres, heterogeneous landscapes with thin boundaries alternate. It so happens that from the lush Simeto Valley you can pass to a desert. They’re the Calanchi del Cannizzola, between the Erei mountains and Etna. Alluvial deposits that have generated hills of clay, marked by long and deep furrows that the water has expertly sculpted. A silent and evocative place that has often been abandoned; theater of environmental battles; natural set for directors and artists. Today the small desert of Sicily sees a season of rebirth thanks to the commitment and love of men and women who have as their joint purpose the conservation and protection of their land. 


Keywords: Cannizzola, Calanchi, Desert, Nature, Safeguard


Marina Mongiovì (Paternò, 1982), laureata in Comunicazione, è autrice e fotografa. Suoi racconti sono apparsi su varie riviste letterarie, tra cui «Pastrengo», «Blam», «Morel» e «Spazinclusi». Ha collaborato con diverse testate giornalistiche locali e cura un blog per «Rewriters». Una sua fotografia è stata selezionata da Letizia Battaglia per una mostra che si è tenuta nel 2021 al Wegil di Roma. Ha pubblicato un racconto fotografico dell’opera di Giovanni Verga, Storie del Castello di Trezza (Rossomalpelo Edizioni, 2022) e la raccolta di racconti Sciara (Kalós, 2023).


"I tre cancelli". Alla scoperta del cimitero monumentale di Catania

di Barbara Mileto

Il cimitero di Catania è un piccolo Verano in miniatura con i suoi viali costellati di cappelle in stile liberty che ci trasportano in un'epoca, i primi del '900, di splendore e bellezza per Catania, ma anche di misteri e a volte di tragedie. La visita artistico-culturale in questo luogo mostra uno spaccato spesso sconosciuto anche ai catanesi che racconta di vite emozionanti che hanno fatto la storia della città. Spiccano il viale degli uomini illustri con le tombe di Musco e Verga, ma anche di Antonio Canepa, comandante dell'Esercito volontario per l'Indipendenza in Sicilia, protagonista di una pagina dimenticata della seconda guerra mondiale in Sicilia e di Azeglio Bemporad, l'astrofisico ebreo autore della Carta du ciel. Poi ci sono le storie d'amore e di dolore, come quella di Angelina Mioccio, che si buttò giù dal Castello di Leucatia perchè costretta dal padre a un matrimonio non voluto. 

E tante altre vegliate da splendide sculture, opere d'arte create dai maestri artigiani del periodo che decorarono luoghi pubblici, come la Villa Bellini, le dimore storiche e i palazzi nobiliari più prestigiosi di Catania.


Parole chiave: cimitero, arte, eredità, angeli, sculture


“I tre cancelli” is the name with which the monumental cemetery of Catania is called. An open-air art gallery, full of noble chapels, monuments to illustrious men and sculptures by the greatest artists of the 800. A small Verano, which however is in a serious state of neglect and abandonment. A testimony of the beauty of a cultural, historical, artistic heritage of Eastern Sicily that needs attention and care.


Keywords: cemetery, art, heritage, angels, sculptures


Barbara Mileto è scrittrice, fotografa e organizzatrice di eventi culturali. Direttrice artistica della rassegna “Parole oltre. Oltre le parole”, manifestazione letteraria catanese, convinta sostenitrice dell'importanza dell'uso delle parole e della cura nella scelta delle stesse tiene laboratori esperienziali per bambini. Amante dell'etimologia e di simbolismo ha due pubblicazioni all'attivo: “Le rose di Gerico” e “Imperial 290”. Scrive per la rivista Kalós dal 2020.

Raccontare con ogni mezzo: le incisioni di Giuseppe Fava

di Ilaria Ricciardi

Giuseppe Fava (Palazzolo Acreide, Siracusa 1925 - Catania 1984, giornalista, scrittore, drammaturgo, pittore) tra la fine degli anni Cinquanta e gli inizi degli anni Ottanta, in maniera coerente con lʼattività intellettuale tutta, in cui le istanze sociali trovavano forme e espressione non disgiunte dallʼattualità della cronaca e delle inquietudini dellʼIsola, realizza una sua produzione incisoria, nel solco della contemporanea Grafica siciliana di matrice realista.


Parole chiave: Giuseppe Fava; Grafica dʼarte; I Siciliani; Rete degli Archivi per non dimenticare; Palazzolo Acreide.


Giuseppe Fava (Palazzolo Acreide, Siracusa 1925 - Catania 1984, journalist, writer, playwright,

painter) between the end of the 1950s and the beginning of the 1980s, consistently with all

intellectual activity, in which social instances found forms and expressions not separated from the actuality of the chronicle and the anxieties of the Island, realizes his own engraving production, in the wake of the contemporary Sicilian graphics from a realist matrix.


Keywords: Giuseppe Fava; Art graphic; I Siciliani; Rete degli Archivi per non dimenticare; Palazzolo Acreide.


Ilaria Ricciardi, laureata in Lettere antiche allʼUniversità di Pisa, ha conseguito il diploma in Pittura presso lʼAccademia di Belle Arti di Palermo, dove è cultrice di Xilografia, Tecniche Calcografiche sperimentali e Tecnologia dei materiali per la Grafica. Collabora con l’Associazione Arknoah ai laboratori didattici de “ll Cineclub dei Piccoli”.

Un miraggio orientale: l'invenzione della Casina Cinese di Palermo

di Francesca Renda

Costruita nel 1790 per il barone Lombardo, e passata ai coniugi Borbone, la Real Casina Cinese di Palermo vanta una storia affascinante. Tanto all’esterno, come all’interno, si rintracciano diversi stili decorativi, tra cui prevale quello orientale: un indice importante del gusto per la chinoiserie che si era diffuso in Europa a partire dal XVII secolo. Ma la prevalenza di una costruzione classicista e l’attaccamento all’estetica occidentale, fanno spesso emergere dei pastiches: immagini dell’arte orientale adattate ad altre di radice europea. Pertanto, il seguente articolo analizza la storia della Casina Cinese, raccontando l’ingegno dei suoi creatori e la storia dei suoi proprietari. Si concentra sull’analisi degli stili presenti, dedicando particolare attenzione alle sale decorate alla cinese individuando fonti, ibridazioni e inesattezze.


Parole chiave: Real Casina Cinese, Borbone, Chinoiserie, Ibridizzazione


The Casina Cinese was built in 1790 for Baron Lombardo, and was later the residence of the Bourbons. On the exterior, as well as inside, one can trace different decorative styles, among which the oriental one prevails: an important indication of the taste for chinoiserie that had spread in Europe since the 17th century. But the prevalence of a classicist construction and the attachment to Western aesthetics often lead to the emergence of pastiches: images of Oriental art adapted to others of European roots.

Therefore, the following article analyses the history of the Casina Cinese, recounting the inventiveness of its creators and the history of its owners. It focuses on analysing the styles present, paying particular attention to the rooms decorated in the Chinese style, identifying sources, hybridizations and inexactitudes.


Keywords: Real Casina Cinese, Bourbons, Chinoiserie, Hybridizations


Francesca Renda ha studiato Didattica dell’Arte all’Accademia di Belle Arti di

Palermo e ha conseguito la Laurea Magistrale in Arti Visive presso l’Università di

Bologna. Attualmente è dottoranda presso la Universidad Autónoma di Madrid. Dal

2018 al 2022 è stata cultrice in Storia dell’Arte Contemporanea e Storia della

Decorazione all’Accademia di Palermo.


Il ritratto di Ugo Bassi: una nuova attribuzione a Giovanni Patricolo

di Giulia Nanfa, Francesco Paolo Patricolo

Lo studio di ricerca svolto ha permesso di individuare nella figura di Giovanni Patricolo l’autore del ritratto di Ugo Bassi, padre barnabita dell’area bolognese, conservato presso il Museo Civico del Risorgimento di Bologna. Il dipinto è stato realizzato dal pittore nel 1837 a Palermo, anno in cui l’epidemia di colera investe la città. Si è giunti a questa nuova attribuzione grazie all’analisi tecnica dell’opera dal punto di vista dell’esecuzione pittorica e al confronto tra le prove documentarie, le stampe realizzate da Luigi Lojacono. Tramite l’osservazione di queste stampe si ha notizia dell’esistenza di un altro ritratto, realizzato da un altro artista noto nel contesto dell’Ottocento palermitano, Salvatore Lo Forte, che presenta molte similitudini con la tela di Patricolo e del quale non si conosce l’attuale ubicazione.


Parole chiave: Giovanni Patricolo, Ugo Bassi, attribuzione, ritratto, Palermo, Museo del Risorgimento di Bologna


Research has identified Giovanni Patricolo as the author of the portrait of Ugo Bassi (a Barnabite father from the Bologna area), preserved in the Museo Civico del Risorgimento in Bologna. The portrait was painted by Patricolo in 1837 in Palermo, in the year the cholera epidemic invaded the city. This new attribution was reached through the analysis of the painting technique and the

comparison of documentary evidence. Through the observation of Luigi Lojacono's prints, we learned of the existence of another portrait by another Palermo artist, Salvatore Lo Forte, which bears many similarities to Patricolo's painting and whose current location is unknown.


Keywords: Giovanni Patricolo, Ugo Bassi, attribution, portrait, Palermo, Museo del Risorgimento di Bologna


Giulia Nanfa, laureata in Conservazione e Restauro dei Beni Culturali presso l’Università di

Palermo, durante il suo lavoro di tesi di laurea ha avviato, in seguito al restauro del dipinto de La

Deposizione del monastero di Santa Caterina d’Alessandria a Palermo, un percorso di ricerca sul

pittore Giovanni Patricolo insieme al discendente dell’artista, Francesco Paolo Patricolo.


Francesco Paolo Patricolo, palermitano, ha già pubblicato diversi lavori sugli artisti della famiglia

Patricolo e in particolare proprio su Giovanni Patricolo; attualmente, insieme a Giulia Nanfa, sta

attendendo a una catalogazione complessiva di tutte le opere del pittore.

Le radici del futuro. Il Micromuseo Immateriale del Grano e del Pane

di Francesco Monterosso

Un microMuseo di “identità e di territorio” (ecomuseo), un percorso narrativo che coniuga la

dimensione storico-antropologica della memoria, specifica della piccola comunità, con la dimensione scientifico-didattica legata ai saperi del grano e del pane. Un progetto di “riuso” del patrimonio culturale come motore di sviluppo, sostenibile e condiviso, di questa piccola e coesa comunità. A progettare e realizzare il concept e gli exhibit del museo, un team di giovani designer siciliani. Ne è scaturito un interessante progetto design-driven, premiato con la candidatura al Premio internazionale ADI – Compasso D’Oro 2018 (Sezione “Design per il sociale”).


Parole chiave: Beni Culturali, Identità territoriale, patrimoni connessi, infodesign, interaction design, exhibit design, visual storytelling, open design.


A micro museum of "identity and territory" (ecomuseum), a narrative path that combines the

historical-anthropological dimension of memory, specific to the small community, with the scientific-didactic dimension linked to the knowledge of wheat and bread. A project for the "reuse" of cultural heritage as an engine of sustainable and shared development of this small and cohesive community. A team of young Sicilian designers designed and created the museum's concept and exhibits. The result is an interesting design-driven project, awarded with the nomination for the ADI International Award - Compasso D'Oro 2018 (Section "Design for the social sector").


Keywords: cultural heritage, territorial identity, related assets, infodesign, interaction design, exhibit design, visual storytelling, open design.


Francesco Monterosso, architetto, visual designer, PhD e ricercatore in Disegno Industriale, insegna presso l'Università di Palermo. Si occupa di temi legati al new basic design, alle comunicazioni visive e alle tecnologie digitali per i patrimoni culturali. Titolare di uno studio di visual design, si è occupato di progetti di comunicazione online e offline per aziende e istituzioni pubbliche e private.

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