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Fantasanremo Kalós: anche noi rapiti dal gioco più pazzo della settimana

Venerdì 10 febbraio 2023: la nostra settimana

Come il resto d'Italia, anche noi questa settimana siamo stati tutti presi dalla FantaSanremo mania: lunedì, in fretta e furia, abbiamo creato la nostra squadra del cuore, che abbiamo intitolato alla nostra macchinetta del caffè recentemente ribattezzata Pamela tramite referendum popolare, ovvero le storie di Instagram.

Non tutti sono stati contenti della cosa: Luana, nota come la più saggia del gruppo, si è inizialmente rifiutata di partecipare alla baraonda generale, finendo però per capitolare dopo varie insistenze. Potevamo lasciarla in pace? Sì, ma abbiamo scelto di non farlo e in questi fotogrammi potete assistere alla sua sofferenza.

Come se non bastasse, abbiamo continuato a ciarlare a riguardo durante tutte le pause caffè con vari siparietti improbabili che chi ci segue su Instagram ormai conosce bene. Ma non temete, domani c'è la finale e poi da lun... mmm martedì cambieremo argomento.


Ma passiamo alle cose serie!


Oggi esce Sciara, la raccolta di racconti di Marina Mongiovì ambientata nelle aride terre dell'etneo, in un paesino che, sferzato da un vento rovente che rosola il mattone grezzo delle sue case, è cresciuto verso la montagna lambendo le colate laviche, colonizzandole laddove possibile.


E siccome oggi è una giornata particolarmente uggiosa, vogliamo citarvi qui un passo tratto da una scena decisamente estiva: il momento, cioè, in cui Teresina e le donne della sua famiglia si preparano al rito della passata di pomodoro.

Vi consigliamo di leggere con uno snack a portata di mano perché potrebbe venirvi fame.



"I pomodori sono carnosi e morbidi sotto una pelle spessa che si farà scarto. I migliori sono quelli che, prima della raccolta, non sono stati irrigati, tenuti a digiuno sotto il sole di luglio, per perdere l’acqua in eccesso e addensare la loro polpa. L’avevo sentito dire, da piccola, alla nonna. Ci ripensavo tutte le volte che vedevo le casse di pomodoro o che ne tenevo uno per mano, come adesso che strappo via i peduncoli e li tuffo nell’acqua. Immergere le dita nelle bacinelle, per lavare i pomodori e poi sciacquarli sotto l’acqua corrente, dà un certo sollievo; prima che il vento caldo e i fornelli trasformino la cucina in un inferno.

Mamma, le zie e io, ultima nipote rimasta in agosto, sediamo attorno al tavolo.

Zia Agata con molta flemma taglia i pomodori in quattro pezzi uguali, ha il volto contrito, si lamenta.

«Caldo c’è, di prima mattina. Che mal di testa».

[...]

I pentoloni si riempiono di pomodori mentre le zie confabulano e ridono; sotto lo sguardo compiaciuto della nonna che mescola con un lungo mestolo di legno. Il basilico è stato lavato e asciugato delicatamente, per non rovinare la gracile trama delle sue odorose foglie. Spicchi di aglio, come denti affilati, stanno nudi in fila sopra al tagliere. Il vapore sale, bianco e caldo, come quello della montagna. Il rosso dei pomodori è lava che, nel calore, deve abbandonare ogni residuo d’acqua. Per lasciare solo il cuore pulsante, quel fuoco che fa dolce la terra.

[...]

I pomodori sbollentano e la nonna spegne il fuoco. Adesso siamo tutte sopra ai due pentoloni, recuperiamo la polpa e lasciamo un’acqua rossastra e bollente giacere sul fondo. L’acqua di cottura, non la butta nel lavello; quando si sarà raffreddata zia Agata avrà il compito di andare a nutrire i piedi del nespolo. Chissà che innesto con due vegetali così diversi: il nespolo innaffiato con l’acqua di pomodoro.

[...]

Mi avvicino al tavolo e do il cambio alla zia Maria. I pezzetti di pomodoro esplodono a ogni giro di manovella, schizzano sopra il grembiule. I semi e le bucce si accatastano e il succo cola giù. La nonna guarda con attenzione.

«Teresina, con più energia. Queste braccia falle travagghiare».

Stringe forte con le dita, quasi avesse due ossute tenaglie, e accompagna la mia mano liscia, con le nocche rosa. Le sue mani invece sono diventate radici di magnolia. Un tempo non erano segnate dalle vene e dalla pelle raggrinzita. 

[...]

Abbiamo passato i pomodori che adesso cuociono a fuoco lento, insieme all’aglio. Zia Maria ripulisce il tavolo e stende una tovaglia a pallini gialli e rossi. I rintocchi dell’Annunziata segnano il mezzogiorno; una densa calura, che pare quasi di poterla toccare, si espande dai fornelli ed entra dalle finestre. Non servono i ventagli, i ventilatori; il sudore fa parte della missione, così il pomodoro sarà ancora più buono."

Trovate l'intero primo capitolo qui.

E adesso non ci resta che augurarvi un buon weekend e una buona finale!

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