Il 13 dicembre si festeggia Santa Lucia, patrona di Siracusa e protettrice della vista. Mentre al sud si passa dalle otto processioni di Siracusa alla tradizione culinaria palermitana, con le famose arancine, al nord la santa anticipa il Natale, portando dolci e regali ai bambini, in groppa al suo asinello. Le celebrazioni si estendono fino alla Scandinavia, in cui il Luciadagen è un giorno di luci, canti e biscotti.
Vediamo insieme le principali tradizioni di questa festa.
Storia e realtà si fondono nel narrare la vicenda di Lucia di Siracusa, santa martire della Chiesa cristiana. Sappiamo sicuramente che
visse a cavallo tra III a IV secolo d.C. e che morì
durante l’impero di Diocleziano.
È una delle sette vergini menzionate nel Canone romano, insieme, tra le altre, a Santa Agata, Santa Anastasia e Santa Cecilia ed è considerata
protettrice della vista per via dell’etimologia latina del suo nome (da Lux, che significa luce).
Come spesso accade, esistono diverse versioni della leggenda.
Il culto di Santa Lucia presenta inoltre delle
somiglianze con il culto di Artemide, l'antica divinità greca venerata a Siracusa nell'isola di Ortigia, vergine come lei e spesso ritratta mentre stringe in mano due torce accese e fiammeggianti.
È
famoso il detto
"Santa Lucia il giorno più corto che ci sia", anche se oggi fatichiamo a comprenderne il senso.
In realtà, prima dell'introduzione del calendario gregoriano (avvenuta nel
1582), la festa cadeva in prossimità del solstizio d'inverno. Con l'adozione del nuovo calendario le date non coincisero più per una differenza di 10 giorni e oggi a sostenere il detto rimane solo il fatto che
il 13 è il giorno dell'anno in cui il sole tramonta prima.
Vediamo adesso una carrellata delle feste che solitamente percorrono la penisola italiana, e non solo.
La festa degli otto giorni a Siracusa
Palermo e provincia: le arancine e la cuccìa
A Palermo la tradizione ritiene
Santa Lucia autrice di un miracolo, la fine della carestia del 1646. Si dice infatti che proprio in tale giornata giunse al porto una nave carica di grano. Tanto era affamata la popolazione, che il grano non venne usato per farne farina, ma bollito e condito solo con dell'olio. Fu così che nacque la
cuccìa
salata.
Da allora, per commemorare questo miracolo, in città non si mangiano alimenti prodotti con farina di cereali (dunque principalmente pasta e pane), ma con cereali interi o con altre farine.
Si preparano, oltre alla cuccìa già citata, cui nel tempo si sono aggiunti gli ingredienti della crema di latte o di ricotta e il cioccolato, le classiche arancine, palle di riso ripiene, che rappresenterebbero gli occhi della santa, e le panelle.
La “Spaccata dei carri” Belpasso (CT)
Santa Lucia e l’asinello al nord Italia
Nelle regioni del nord Italia, dal Trentino all’Emilia Romagna, fino alla Toscana, la festa di Santa Lucia è molto sentita e
la figura della santa è, per certi versi, simile a quella di Babbo Natale.
Il torrone a Forlì e la fiera di Bologna
A Forlì e Savignano sul Rubicone (FC) si svolge una fiera nel centro cittadino, dedicata in primo luogo a torroni e dolciumi ed
è tradizione regalare alle ragazze del torrone.
In molte città si tengono delle vere e proprie fiere, in cui è possibile acquistare dolciumi e addobbi natalizi; famose quella di Verona, quella di Siena e
quella di Bologna, la più antica d’Europa.
Nella fredda Scandinavia
I festeggiamenti proseguono fino alla Scandinavia, dove avvengono all'insegna di luci e candele.
In Svezia, in particolare, il 13 dicembre si festeggia il
Luciadagen.
Ogni anno in ogni città viene incoronata una Lucia, scelta tra una serie di ragazze o bambine candidate. Come è tradizione fare dal 1927, le foto vengono pubblicate sui quotidiani e sulle TV locali, così che il pubblico possa scegliere.
Le prescelte dovranno poi cantare in vari spettacoli nelle piazze della città e in particolare nella processione di “Sankta Lucia”. In coro, Lucia e i paggetti cantano canzoni natalizie e portano candele e dolci nelle case e negli uffici.
In questo giorno si cucinano i
Lussekatter
("gatti di Santa Lucia"), brioches allo zafferano che rimangono protagoniste per tutto il periodo natalizio.
Anche in
Danimarca
si celebra il "Luciadag" e si organizzano processioni e recite in chiese, asili e scuole.
Qui la festa è stata celebrata per la prima volta nel 1944, come una protesta pacifica nei confronti degli occupatori tedeschi.
La "Lucia" prescelta viene posta a capo di un gruppo di fanciulle vestite di bianco, ognuna con una candela in mano, e viene incoronata con delle candele accese, simbolo del ruolo della santa "portatrice di luce".
In entrambi i paesi, la mattina del 13 dicembre la figlia primogenita indossa una tunica bianca con una sciarpa rossa in vita e una corona con 7 candeline e porta la colazione a letto ai genitori, accompagnata dalle sorelle più piccole, che devono indossare una tunica con una cintura bianca. Anche i bambini possono essere vestiti con lo stesso tipo di tunica bianca delle bambine, indossando però, invece della corona di candele, un cappello a forma di cono, decorato con stelle dorate: sono i "stjärngossar" (ragazzi delle stelle).
Il nostro tour tra le tradizioni dedicate a Santa Lucia finisce qui! Ne conoscete delle altre? Se sì, segnalatecelo e aggiorneremo questo articolo!
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